Essere fedeli alla parola data. Per Giorgia significa prendere per mano famiglie cariche di difficoltà, aspettative e dubbi sul futuro dei propri figli con disabilità: "Dal momento in cui entrano per la prima volta al Centro, inizia un percorso insieme dove non manca mai quell'atteggiamento positivo verso la vita che molti ci riconoscono, con l'obiettivo di trovare risposte concrete. Sicuramente una grande responsabilità ma anche un'enorme soddisfazione!"

"Da madre, mi sento molto vicina alle donne che entrano nel mio ufficio per chiederci sostegno. Se in questi 21 anni il mio ruolo è cambiato più volte, c'è qualcosa che non cambia: il sentirmi anch'io un po' madre degli ospiti che accogliamo, e fare il possibile per assicurarmi che stiano bene. Dal rapporto che si crea ho ricevuto e ricevo tantissimo, rinforzando la convinzione ad andare avanti e lavorare per far sì che alle parole dignità, autonomia e integrazione corrispondano delle azioni quotidiane e collettive. Quando questo accade, la stanchezza svanisce perché sai che ne è valsa la pena. Il Centro è parte della mia vita e non potrei vedermi altrove."

"Lo ammetto, ho iniziato a donare il 5x1000 solo negli ultimi anni, quando mi sono resa conto di quanto si possa fare con così poco, di quanto sia importante una firma. È un modo per sostenere una causa che ci sta a cuore, perché ognuno di noi non dovrebbe farlo? Scegliere di donarlo al Centro Papa Giovanni XXIII vuol dire vedere la persona e non la malattia, aiutarci a mantenere il Centro per quello che è: un luogo dove le doti umane di tutti sono esaltate, che tira fuori il meglio di te. Lo senti nell'aria, è difficile spiegarlo a parole. Una cosa posso dirla però! Quello che diciamo lo facciamo sul serio."

Questa è la storia di Giorgia al Centro, il punto di vista in più attraverso cui guardare alla disabilità con occhi differenti. Insieme alle esperienze di Paolo, Roberto, Elisa, Viviana, Monica e Michela racconta il presente delle persone che accogliamo tutti i giorni.
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